Minghie Gucci Boy
LA MANO DI FATIMA.
Ai miei figli: Ildefonso, alejandro, José Maria e Guillermo
Se un musulmano sta combattendo o si trova in territorio pagano, non è
obbligato a mostrare un aspetto differente da quello di chi lo circonda.
In simili circostanze, il musulmano può scegliere di assomigliare a loro
o esservi costretto, a condizione che il suo atteggiamento implichiun'utilità religiosa, come predicare la propria fede, venire a
conoscenza di segreti e trasmetterli ai musulmani, evitare un danno o
qualsiasi altro scopo vantaggioso. Ahmad ibn Taymiya 1263-1328 , famoso
giurista arabo
PARTE PRIMA.
NEL NOME DI ALLAH.
...Infine combattemmo ogni giorno contro nemici, freddo, caldo, fame,
scarsità di munizioni e di equipaggiamento d'ogni tipo, tra nuovidanni
e morti continue, finché vedemmo i nemici popolo bellicoso, forte,
armato ed esperto dei luoghi, appoggiato da turchi e barbareschi
vinti, arresi, strappati alla loro terra, privati delle loro case e dei
beni; catturati e incatenati uomini e donne; bimbi prigionieri venduti
al mercato o portati ad abitare terre lontane dalla propria. Una
vittoria incerta, e dagli accadimenti tantopericolosi, che a volte si
nutrì il dubbio se fossimo noi o i nemici, quelli che Dio voleva punire.
Diego Hurtado de Mendoza, Guerra di Granada, Libro Primo
NEL NOME DI ALLAH
CAPITOLO 1.
Juviles, Alpujarras, regno di Granada Domenica, 12 dicembre 1568
Il rintocco della campana che richiamava alla messa delle dieci del
mattino infranse la gelida atmosfera attorno al piccolo villaggio suuno
dei contrafforti della Sierra Nevada. I suoi echi metallici si perdevano
giù per i dirupi, quasi volessero schiantarsi contro le falde della
Contraviesa, la catena montuosa che da sud chiude la fertile valle
percorsa dai fiumi guadalfèo, Adra e Andarax, con i loro affluenti che
scendono dalle cime innevate. Oltre la Contraviesa, le terre delle
Alpujarras si allungano fino alMediterraneo. Sotto il timido sole
invernale, duecento tra uomini, donne e bambìni molti trascinando i
piedi, quasi tutti in silenzio si diressero verso la chiesa e si
riunirono alle sue porte. L'edificio, di pietra ocra e senza ornamenti,
era costituito da un unico e semplice corpo rettangolare. Su uno dei
lati s'innalzava la massiccia torre campanaria. La piazza lì accanto si
affacciava sulleintricate gole che dalla Sierra Nevada scendevano a
valle. Dalla piazza, in direzione dei monti, si dipanavano stretti
vicoli costeggiati da una moltitudine di case imbiancate a calce, a un
piano o due, con porte e finestre molto piccole, tetti a terrazzo e
comignoli tondi che culminavano in una sorta di fungo. Sopra i tetti,
peperoni, fichi e uva essiccavano al sole. Le strade salivanosinuosamente i fianchi della montagna, e i tetti delle case più basse
raggiungevano le fondamenta di quelle superiori, quasi montassero le une
sulle altre. Sulla piazza, davanti alle porte della chiesa, un gruppo
formato da ragazzini e da cristiani vecchi, alcuni dei venti che
vivevano nel villaggio, osservava un'anziana donna in cima a una scala
appoggiata contro la facciata principale. La donnatremava e batteva i
pochi denti che le rimanevano. I moriscos entrarono in chiesa senza
distogliere lo sguardo dalla loro sorella nella fede, appollaiata lassù
sull'ultimo piolo dall'alba, a patire il freddo dell'inverno senza
nemmeno una mantella. La campana suonava a festa, e uno dei ragazzini
indicò la donna, che tremava al suono dei rintocchi cercando di tenersi
in equilibrio. Alcunisghignazzi ruppero il silenzio. Strega! urlò
qualcuno tra le risate. Un paio di pietrate centrarono la vecchia,
mentre i piedi della scala erano presi di mira dagli sputi. Lo scampanìo
cessò. I cristiani che ancora erano fuori si affrettarono a entrare in
chiesa. A qualche passo dall'altare e di fronte ai fedeli, un omone
bruno e con la pelle piuttosto scura stava in ginocchio, senza cappa né...
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